FARMACIA TORCIA PIANOPOLI 1900
(Below - English Translator by Google )
Dalla rivista Calabria Antica -
Storiacitta - ottobre 2004
Da Antonio Torcia, agiato proprietario
terriero, discendente da un'illustre famiglia di Pianopoli, e della
Signora Annetta Spina,
appartenente a una nobile famiglia di
Melicuccà (Reggio Calabria), durante una consueta visita alla di Lei
famiglia, il 9 dicembre 1875
nacque, proprio a Melicuccà, il
primogenito Francesco, seguito dai congiunti Michele, Teresina,
Gaetano, Mariannina e Vincenzo, tutti nati a Pianopoli. Fin da piccolo Francesco
dimostrò una sentita propensione per gli studi, vocazione
assecondata e incoraggiata dai genitori.
Completati gli studi ginnasiale e
liceali, si iscrisse alla Regia Università di Napoli, dove il 20
luglio 1900, all'età di venticinque anni, conseguì la laurea in Farmacia, uno
dei pochissimi farmacisti della provincia di Catanzaro dotato di
laurea a quei tempi.
Ottenuta la prescritta autorizzazione
provinciale di legge, allestì e avviò, su basi più moderne, anche
se tradizionali, l'agognata farmacia nella natia Pianopoli. Nei primi anni
del Novecento sposò la signorina Giuseppina Cimino, di Pianopoli,
dalla quale ebbe la gioia di sei figli, tra il quali il penultimo
Antonio, il popolare Totò, sincero amico con tutti, che ha ispirato
questo ricordo. Il farmacista, stimato dalla popolazione per le doti professionali
e, soprattutto, per la bontà e la generosità, divideva la giornata
tra la famiglia e la farmacia che lo assorbiva molto per la preparazione di
medicinali galenici, a base di prodotti officinali, importati
direttamente, sfusi, in pasta o in natura, che conservava in appositi vasi di
porcellana e di vetro. Ciò avveniva secondo tradizioni e alchimie
secolari in quanto, pur essendo nei primi decenni del secolo scorso,
l'industrializzazione e la commercializzazione farmaceutica era gli
albori e non sviluppata come oggi.
La sua produzione, specie quella del
chinino, contro la diffusissima malaria, era elevata tanto da
informare anche altre farmacie.
Negli anni della 1° guerra mondiale,
si diffuse una grave epidemia influenzale, meglio conosciuta come
Spagnola. Il dottor Torcia, non mobilitato, escogitò alcuni farmaci
atti a lenire la sofferenza e a limitare i decessi. Non solo, riuscì
a far giungere a Pianopoli un ufficiale medico per contribuire ad affrontare
quel terribile periodo che aveva sconvolto la popolazione ed anche
per far avvertire la presenza dello Stato. Nel 1922, un propizio quanto
inatteso evento, suggerì al dottore Torcia la possibilità di
trasferirsi a Nicastro: un'occasione che qualsiasi farmacista avrebbe
desiderato. Infatti, la rinominata farmacia di Don Emilio Bevilacqua
aveva chiuso i battenti per la morte del titolare e, non avendo eredi che
potessero gestirla, all'infuori di una figlia di appena undici anni,
i familiari decisero di cederla.
Il dottor Torcia, colse al volo l'occasione e
l'acquistò, ben conscio che Nicastro, disponendo di una più vasta
popolazione rispetto a Pianopoli, avrebbe fatto aumentare il volume di
affari della sua attività. Eppoi, la presenza la presenza di
scuole, di pubblici esercizi avrebbero facilitato l'educazione dei figli e un
migliore inserimento degli stessi nella società. Chiuse pertanto la
farmacia di Pianopoli e trasferì a Nicastro anche la famiglia. Quella
nuova, era una farmacia molto accreditata, sul centralissimo corso
Numistrano; non un semplice locale, ma un piccolo tempio, con
arredo gentilizio, austero e solenne, dotato sulle varie scaffalature
di numerosi vasi di finissima fattura in porcellana o in vetro. Continuò il
lavoro con la sua ben conosciuta esperienza e apprezzata signorilità,
coadiuvato dai tre dipendenti rilevati dalla farmacia Bevilacqua:
Domenico Furlano, Antonio Paola e luigino Bruni. Riprese pure il
piacevole intrattenimento serale con medici e amici avviato e sostenuto dal
suo predecessore.
Ma questa farmacia gli apportò altri
benefici. Ebbe l'appalto per la fornitura di medicinali e accessori
al carcere cittadino, un servizio curato con scrupolosità, tanto da
meritare la riconoscenza degli stessi carcerati e delle autorità
vigilanti.
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L'influenza spagnola, altrimenti
conosciuta come la Spagnola o la grande influenza, fu una pandemia
influenzale, insolitamente mortale, che fra il 1918 e il 1920 uccise
decine di milioni di persone nel mondo, la prima delle pandemie del
XX° secolo che coinvolgono il virus dell'influenza H1N1. Wikipedia
Numero Di Morti: 50.000.000 In
risalto
Numero di casi: 500 000 000
Origine: Sconosciuta; diverse
ipotesi
Patologia: Virus dell'influenza A
sottotipo H1N1
Tempo: gennaio 1918 – dicembre
1920.
Google translator;
Notes for FRANCESCO
TORCIA: PHARMACY of TORCIA
PIANOPOLI 1900
From the magazine Calabria
Antica - Storicitta - October 2004
From Antonio Torcia,
wealthy landowner, descendant of an illustrious family of Pianopoli,
and of Mrs. Annetta Spina, belonging to a noble family of Melicuccà
(Reggio Calabria), during a usual visit to her family, on 9 December
1875 she was born, in Melicuccà, the eldest son Francesco, followed
by his relatives Michele, Teresina, Gaetano, Mariannina and Vincenzo,
all born in Pianopoli. From an early age, Francesco showed a
heartfelt propensity for studies, a vocation supported and encouraged
by his parents. After completing his high school and high school
studies, he enrolled at the Royal University of Naples, where on 20
July 1900, at the age of twenty-five, he obtained a degree in
Pharmacy, one of the very few pharmacists in the province of
Catanzaro with a degree at that time.
Having obtained the
required provincial legal authorization, he set up and started, on a
more modern, albeit traditional basis, the coveted pharmacy in his
native Pianopoli. In the early twentieth century he married Miss
Giuseppina Cimino, from Pianopoli, with whom he had the joy of six
children, including the penultimate Antonio, the popular Totò, a
sincere friend with everyone, who inspired this memory. The
pharmacist, esteemed by the population for his professional skills
and, above all, for his kindness and generosity, divided the day
between the family and the pharmacy which absorbed him a lot for the
preparation of galenic medicines, based on officinal products,
imported directly. loose, in paste or in kind, which kept in opposing
porcelain and glass vases. This took place according to centuries-old
traditions and alchemy since, despite being in the first decades of
the last century, industrialization and pharmaceutical marketing was
in its infancy and not as developed as today.
His production, especially
that of quinine, against the widespread malaria, was high enough to
inform other pharmacies as well. In the years of World War I, a
severe flu epidemic, better known as the Spanish, spread. Dr. Torcia,
not mobilized, devised some drugs to alleviate suffering and limit
deaths. Not only that, he managed to get a medical officer to
Pianopoli to help deal with that terrible period that had upset the
population and also to warn the presence of the state. In 1922, a
propitious and unexpected event suggested to Doctor Torcia the
possibility of moving to Nicastro: an opportunity that any pharmacist
would have desired. In fact, the renamed pharmacy of Don Emilio
Bevilacqua had closed its doors due to the death of the owner and,
having no heirs who could manage it, except for a daughter of just
eleven years, the family decided to sell it. Doctor Torcia seized the
opportunity and bought it, well aware that Nicastro, having a larger
population than Pianopoli, it would increase the
turnover of his business. And then, the presence, the presence of
schools, of public exercises would have facilitated the education of
the children and a better integration of the same in society.
He
therefore closed the pharmacy in Pianopoli and also transferred the
family to Nicastro. The new one was a very accredited pharmacy, on
the very central Corso Numistrano; not a simple room, but a small
temple, with noble, austere and solemn furnishings, equipped on the
various shelves with numerous vases of the finest workmanship in
porcelain or glass. He continued the work with his well-known
experience and appreciated elegance, assisted by the three employees
taken over by the Bevilacqua pharmacy: Domenico Furlano, Antonio
Paola and luigino Bruni. He also resumed the pleasant evening
entertainment with doctors and friends initiated and supported by his
predecessor. But this pharmacy brought him other benefits. He was
awarded the contract for the supply of medicines and accessories to
the city prison, a service carefully managed, so much so that it
deserved the gratitude of the prisoners themselves and the vigilant
authorities.
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The Spanish flu, otherwise
known as the Spanish flu or the great flu, was an unusually deadly
influenza pandemic that killed tens of millions of people worldwide
between 1918 and 1920, the first of the 20th century pandemics
involving the H1N1 influenza virus. Wikipedia Number of deaths:
50,000,000 Highlights Number of cases: 500,000,000 Origin: Unknown;
different hypotheses Pathology: Influenza A virus subtype H1N1 Time:
January 1918 - December 1920.