Wednesday, May 21, 2025

Casale - Maida - Aiello - Fazio - Mazzei in Herkimer, NY

 


Ugolina Mazzei and husband Pasquale Bruni fromToronto, Canada visiting relatives in Herkimer, NY


Wednesday, May 14, 2025

Pianopoli - L’uomo che fermò Mussolini


Maresciallo FRANCESCO NANCI di PIANOPOLI – fermò MUSSOLINI

Copia del giornale

Settegiorni 17 Novembre 2000 ATTUALITA’

LA VICENDA DEL MARESCIALLO NANCI, PARTITO DALLA CASERMA DELLA FINANZA DI RHO

L’uomo che fermò Mussolini

L’uomo che fermò Mussolini è il Maresciallo Capo dell Guardia di Finanza, Francesco Nanci, che era in servizio presso la caserma di Rho.

All’epoca dei fatti, aprile 1945, aveva 40 anni, nato Pianopoli, in provincia di Catanzaro, sposato con figli ed in attesa del terzo, da quando aveva indossato la divisa delle fiamme gialle aveva girato tutta l’Italia, dalla Sicilia a Fiume. Poi era arrivato a Rho, dove partì in quell’Aprile del 1945, in seguito a notizie che gli erano giunte, per recarsi sul lago di Como a fermare una colonna di tedeschi in fuga verso la Svizzera. Da quello che risulta e che ha riferito lui stesso, sarebbe poi stato lui a riconoscere su un camion Mussolini in persona, che stava nascosto sotto un mucchio di coperte.

Il Maresciallo Nanci racconta anche di essere stato per varie ore a sorvegliare Mussolini quella stessa Sera nella casa di Germasino (sul lago di Como) prima che venisse trasferito a Mezzegra (dove poi – come è noto – venne fucilato)

Il Maresciallo Nanci riferisce di aver parlato a lungo con Mussolini, rinfacciandogli le sue colpe nell’aver condotto l’Italia in guerra alleandosi con i tedeschi. Il Duce non rispondeva.

Tutto questo è raccontato in un documento di quattro pagine, e firma del Maresciallo Nanci, che ancora oggi, nonostante siano passati 45 anni è di notevole interesse per studiosi e storici. Anche in questo documento, come di molti altri documenti che risalgano al periodo della seconda guerra Mondiale, esistono due versioni, quella ufficiale conservata negli archivi della Guardia di Finanza, quella ufficiosa, con qualche dettaglio in più che i figli del maresciallo, morto venti anni fa, hanno trovato in un cassetto della sua scrivania, assieme ad altre carteggi.

Il documento, quello ufficiale, torna oggi d’attualità. Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza di Rho lo ha rispolverato come motivo di orgoglio.

Nel documento il maresciallo facendo una relazione ai suoi superiori della Finanza, racconta che il 24 Aprile del 1945 “venuto a conoscenza da fronte confidenziale che Mussolini si trovava a Menaggio”, e “indotto da impulso determinato da forte sentimento” decise ad abbandonare il reparto di Rho, partire per Milano. Quel viaggio lo portò a percorrere la sponda del lago di Como, fino a Dongo dove il maresciallo capo Nanci racconta che la “colonna venne fermata e sottoposta a visita”

Così fu scoperto Mussolini e bloccata la sua fuga. Da qui prese il vie il tragico epilogo della vita del Duce.

Roberta Rampini


Ho raccontato al Duce tutte le malefatte commesse non vi siete accorto che il popolo non vi segue più?”

La relazione del maresciallo Nanci sul colloquio con Mussolini

La relazione sul fermo di Mussolini, porta la data dell’otto maggio 1945, dunque fu scritta giorni dopo. Il fermo infatti avvenne il 27 aprile 1945 a Germasino. Riportiamo alcune parti dell’interessante documento.

Il giorno 24 aprile avendo appreso da fonte confidenziale che Mussolini si trovava a Menaggio e che i colloqui presso l’Arcivescovado erano rimasti in fruttuosi e che infine le condizioni del paese erano prossime mutare attraverso un moto popolare…mi decisi ad abbandonare il reparto di Rho…partii da Milano la sera del 24 con mezzo di fortuna giungendo a Germasino alle ore 12 del successivo giorno 25. Scesi a Dongo con dieci uomini a mia disposizione… il giorno successivo giunse la notizia che una colonna forte di un’autoblinda seguita da circa 30 automezzi armatissimi era in marcia verso Dongo.. venne da me .fermata e sottoposta a visita.

Nel corso della terza visita, Negri (garibaldino,ndr) rovistando fino in fondo alla massa di coperte e teloni impermeabili scoprì a metà il volto che rivelò la persona di Mussolini.

Non avendo il Negri, ragazzo ingenuo, la forza di sollevare da solo Mussolini mi disse, senza dirmi il perché che sarebbe andato a chiamare aiuto mentre io continuava a tenere a bada i soldati con il mira puntato. Mussolini venne subito condotto nel locale del vicino comune… poco dopo trasportati a Germasino e posti sotto la mia custodia, dalle ore 7 circa alle ore 1 di notte”.. Otto ore durante le quali il maresciallo Nanci ebbe modo di parlare lungamente con Mussolini, come si legge nella relazione.

Gli ho raccontato tutte le malefatte, le criminalità commesse a delinquere….ma a tacere.

Dopo un minuto di silenzio Mussolini che passeggiava nella stanza si arresta e dice: “Un proverbio tedesco dice: nessuno albero cresce al cielo”, Quindi mi considerate un arrivato, rispondo io. Egli non ha proseguito. Dopo riprendo io: non vi siete accorto che la quasi totalità del popolo Italiano non vi segue più, che non aveva fiducia in voi.


 

Fascicolo: Fucilazione di Benito Mussolini e Clara Petacci=20

Busta 1, Fasc. 9=20

 

Relazioni dattiloscritte in fotocopia sugli avvenimenti precedenti e =

successivi alla cattura e fucilazione di Benito Mussolini e Clara =

Petacci redatte dai seguenti militari della Guardia di Finanza: =

Francesco Di Paola, Francesco Nanci, Giorgio Buffelli, Antonio Spadea e =

dai seguenti partigiani della 52=B0 brigata Garibaldi Clerici: Luciano =

Bosisio e Antonio Scappin. . Il fascicolo contiene inoltre: atti della =

Guardia di Finanza e del Cvl relativi ai fatti e copia della relazione =

di Pier Luigi Cova, dell'Universit=E0 di Milano che faceva parte del =

gruppo che ha eseguito l'autopsia sulla salma di Mussolini il 30 aprile =

1945 a Milano. . cc. 101=20

 

Compilatore: Piazza Gian Carlo 05/02/2003. =20

 







foto scattata a Pianopoli
 Dietro in piedi: Nanci Alfonso e il padre Giovan Tommaso,
Agostino filippa (de Giuditta) Franca e Nuccia Nanci-
avanti seduti -in mezzo Gianfranco Nanci- seduto a dx.. Francesco Nanci..

FARMACIA TORCIA -PIANOPOLI 1900

FARMACIA TORCIA PIANOPOLI 1900

 (Below - English Translator by Google )

Dalla rivista Calabria Antica - Storicitta - ottobre 2004

Da Antonio Torcia, agiato proprietario terriero, discendente da un'illustre famiglia di Pianopoli, e della Signora Annetta Spina,

appartenente a una nobile famiglia di Melicuccà (Reggio Calabria), durante una consueta visita alla di Lei famiglia, il 9 dicembre 1875

nacque, proprio a Melicuccà, il primogenito Francesco, seguito dai congiunti Michele, Teresina, Gaetano, Mariannina e Vincenzo, tutti nati a Pianopoli. Fin da piccolo Francesco dimostrò una sentita propensione per gli studi, vocazione assecondata e incoraggiata dai genitori.

Completati gli studi ginnasiale e liceali, si iscrisse alla Regia Università di Napoli, dove il 20 luglio 1900, all'età di venticinque anni, conseguì la laurea in Farmacia, uno dei pochissimi farmacisti della provincia di Catanzaro dotato di laurea a quei tempi.

Ottenuta la prescritta autorizzazione provinciale di legge, allestì e avviò, su basi più moderne, anche se tradizionali, l'agognata farmacia nella natia Pianopoli. Nei primi anni del Novecento sposò la signorina Giuseppina Cimino, di Pianopoli, dalla quale ebbe la gioia di sei figli, tra il quali il penultimo Antonio, il popolare Totò, sincero amico con tutti, che ha ispirato questo ricordo. Il farmacista, stimato dalla popolazione per le doti professionali e, soprattutto, per la bontà e la generosità, divideva la giornata tra la famiglia e la farmacia che lo assorbiva molto per la preparazione di medicinali galenici, a base di prodotti officinali, importati direttamente, sfusi, in pasta o in natura, che conservava in appositi vasi di porcellana e di vetro. Ciò avveniva secondo tradizioni e alchimie secolari in quanto, pur essendo nei primi decenni del secolo scorso, l'industrializzazione e la commercializzazione farmaceutica era gli albori e non sviluppata come oggi.

La sua produzione, specie quella del chinino, contro la diffusissima malaria, era elevata tanto da informare anche altre farmacie.

Negli anni della 1° guerra mondiale, si diffuse una grave epidemia influenzale, meglio conosciuta come Spagnola. Il dottor Torcia, non mobilitato, escogitò alcuni farmaci atti a lenire la sofferenza e a limitare i decessi. Non solo, riuscì a far giungere a Pianopoli un ufficiale medico per contribuire ad affrontare quel terribile periodo che aveva sconvolto la popolazione ed anche per far avvertire la presenza dello Stato. Nel 1922, un propizio quanto inatteso evento, suggerì al dottore Torcia la possibilità di trasferirsi a Nicastro: un'occasione che qualsiasi farmacista avrebbe desiderato. Infatti, la rinominata farmacia di Don Emilio Bevilacqua aveva chiuso i battenti per la morte del titolare e, non avendo eredi che potessero gestirla, all'infuori di una figlia di appena undici anni, i familiari decisero di cederla. 

 Il dottor Torcia, colse al volo l'occasione e l'acquistò, ben conscio che Nicastro, disponendo di una più vasta popolazione rispetto a Pianopoli, avrebbe fatto aumentare il volume di affari della sua attività. Eppoi, la presenza la presenza di scuole, di pubblici esercizi avrebbero facilitato l'educazione dei figli e un migliore inserimento degli stessi nella società. Chiuse pertanto la farmacia di Pianopoli e trasferì a Nicastro anche la famiglia. Quella nuova, era una farmacia molto accreditata, sul centralissimo corso Numistrano; non un semplice locale, ma un piccolo tempio, con arredo gentilizio, austero e solenne, dotato sulle varie scaffalature di numerosi vasi di finissima fattura in porcellana o in vetro. Continuò il lavoro con la sua ben conosciuta esperienza e apprezzata signorilità, coadiuvato dai tre dipendenti rilevati dalla farmacia Bevilacqua: Domenico Furlano, Antonio Paola e luigino Bruni. Riprese pure il piacevole intrattenimento serale con medici e amici avviato e sostenuto dal suo predecessore.

Ma questa farmacia gli apportò altri benefici. Ebbe l'appalto per la fornitura di medicinali e accessori al carcere cittadino, un servizio curato con scrupolosità, tanto da meritare la riconoscenza degli stessi carcerati e delle autorità vigilanti.

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L'influenza spagnola, altrimenti conosciuta come la Spagnola o la grande influenza, fu una pandemia influenzale, insolitamente mortale, che fra il 1918 e il 1920 uccise decine di milioni di persone nel mondo, la prima delle pandemie del XX° secolo che coinvolgono il virus dell'influenza H1N1. Wikipedia

Numero Di Morti: 50.000.000 In risalto

Numero di casi: 500 000 000

Origine: Sconosciuta; diverse ipotesi

Patologia: Virus dell'influenza A sottotipo H1N1

Tempo: gennaio 1918 – dicembre 1920.


Google translator;

Notes for FRANCESCO TORCIA: PHARMACY of TORCIA PIANOPOLI 1900

From the magazine Calabria Antica - Storicitta - October 2004

From Antonio Torcia, wealthy landowner, descendant of an illustrious family of Pianopoli, and of Mrs. Annetta Spina, belonging to a noble family of Melicuccà (Reggio Calabria), during a usual visit to her family, on 9 December 1875 she was born, in Melicuccà, the eldest son Francesco, followed by his relatives Michele, Teresina, Gaetano, Mariannina and Vincenzo, all born in Pianopoli. From an early age, Francesco showed a heartfelt propensity for studies, a vocation supported and encouraged by his parents. After completing his high school and high school studies, he enrolled at the Royal University of Naples, where on 20 July 1900, at the age of twenty-five, he obtained a degree in Pharmacy, one of the very few pharmacists in the province of Catanzaro with a degree at that time.

Having obtained the required provincial legal authorization, he set up and started, on a more modern, albeit traditional basis, the coveted pharmacy in his native Pianopoli. In the early twentieth century he married Miss Giuseppina Cimino, from Pianopoli, with whom he had the joy of six children, including the penultimate Antonio, the popular Totò, a sincere friend with everyone, who inspired this memory. The pharmacist, esteemed by the population for his professional skills and, above all, for his kindness and generosity, divided the day between the family and the pharmacy which absorbed him a lot for the preparation of galenic medicines, based on officinal products, imported directly. loose, in paste or in kind, which kept in opposing porcelain and glass vases. This took place according to centuries-old traditions and alchemy since, despite being in the first decades of the last century, industrialization and pharmaceutical marketing was in its infancy and not as developed as today.

His production, especially that of quinine, against the widespread malaria, was high enough to inform other pharmacies as well. In the years of World War I, a severe flu epidemic, better known as the Spanish, spread. Dr. Torcia, not mobilized, devised some drugs to alleviate suffering and limit deaths. Not only that, he managed to get a medical officer to Pianopoli to help deal with that terrible period that had upset the population and also to warn the presence of the state. In 1922, a propitious and unexpected event suggested to Doctor Torcia the possibility of moving to Nicastro: an opportunity that any pharmacist would have desired. In fact, the renamed pharmacy of Don Emilio Bevilacqua had closed its doors due to the death of the owner and, having no heirs who could manage it, except for a daughter of just eleven years, the family decided to sell it. Doctor Torcia seized the opportunity and bought it, well aware that Nicastro, having a larger population than Pianopoli, it would increase the turnover of his business. And then, the presence, the presence of schools, of public exercises would have facilitated the education of the children and a better integration of the same in society. 

He therefore closed the pharmacy in Pianopoli and also transferred the family to Nicastro. The new one was a very accredited pharmacy, on the very central Corso Numistrano; not a simple room, but a small temple, with noble, austere and solemn furnishings, equipped on the various shelves with numerous vases of the finest workmanship in porcelain or glass. He continued the work with his well-known experience and appreciated elegance, assisted by the three employees taken over by the Bevilacqua pharmacy: Domenico Furlano, Antonio Paola and luigino Bruni. He also resumed the pleasant evening entertainment with doctors and friends initiated and supported by his predecessor. But this pharmacy brought him other benefits. He was awarded the contract for the supply of medicines and accessories to the city prison, a service carefully managed, so much so that it deserved the gratitude of the prisoners themselves and the vigilant authorities.

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The Spanish flu, otherwise known as the Spanish flu or the great flu, was an unusually deadly influenza pandemic that killed tens of millions of people worldwide between 1918 and 1920, the first of the 20th century pandemics involving the H1N1 influenza virus. Wikipedia Number of deaths: 50,000,000 Highlights Number of cases: 500,000,000 Origin: Unknown; different hypotheses Pathology: Influenza A virus subtype H1N1 Time: January 1918 - December 1920.